Cari colleghi medici,
stiamo vivendo un periodo che non avremmo mai immaginato e al quale nessuno ci ha preparato adeguatamente nel corso della nostra formazione. Gli strumenti ordinari della nostra professione non sono più sufficienti, è importante in questo momento trovare delle risorse che travalicano la nostra “tecnica”.
I nostri ordini professionali stanno chiedendo a gran voce al governo interventi drastici su più ambiti per far fronte alla situazione di sovraccarico delle strutture sanitarie, soprattutto dei pronto soccorso e dei reparti di medicina, che rischiano il collasso con ovvie conseguenze su tutto il sistema. Il potenziamento delle strutture e del personale viene richiesto con forza, ma anche misure come chiusure dei territori e lockdown.
Ci associamo ai nostri ordini per tali richieste, ma vorremmo porre alcune questioni che rischiano di mettere in sordina questioni di estrema importanza anch’esse in termini di salute pubblica, oltre la pandemia in senso stretto.
Durante il lockdown di primavera il Sistema Sanitario ha lavorato su tutto il territorio nazionale esclusivamente sulle urgenze per disposizioni delle Aziende Sanitarie, questo ha portato a trascurare milioni di interventi di routine, di prevenzione o semplicemente differibili, il che ha comportato un incremento abnorme delle liste di attesa e posticipazioni ad ogni livello. Tutto ciò, insieme ai sovraccarichi dovuti alla pandemia stessa, porterà necessariamente ad un aumento della morbilità e della mortalità generale nella popolazione. È stata stimata una triplicazione della mortalità nelle patologie cardiovascolari e un aumento fino al 12% delle patologie tumorali. Anche le patologie mentali, con tutte le loro conseguenze, vedranno inevitabilmente un incremento sostenuto.
Vorremmo, quindi, anche noi sollecitare chi ci governa ad intervenire rapidamente, ma considerando tutto il quadro con attenzione, come è dovuto nelle situazioni complesse come quella attuale, le quali non hanno mai risposte semplici.
Perciò il nostro appello a tutti noi e ai nostri ordini e dirigenze è di considerare tutte le misure che mirano al contenimento dei contagi facendo estrema attenzione a non trascurare nessun intervento sanitario. Perché, ricordiamolo, la medicina è in gran parte fatta di prevenzione, primaria, secondaria o terziaria che sia. Non vogliamo ritrovarci nei prossimi mesi e anni di fronte ad una catastrofe sanitaria peggiore del danno diretto del virus. Non è più accettabile un blocco indiscriminato della routine sanitaria, come sta già riaccadendo in diverse aree del paese, invece di intervenire per garantirne la sicurezza. Nessuno può sapere meglio di noi a quali rischi andiamo incontro e può farlo capire a chi prende decisioni “dall’alto”.
Facciamoci forza, manteniamo la calma e cerchiamo di fare affidamento sulla nostra professionalità e deontologia, ma soprattutto cerchiamo di attingere da quell’aspetto umano che ci ha contraddistinto dal momento in cui abbiamo deciso di intraprendere questo bellissimo mestiere.
Un abbraccio e buon lavoro a tutti
Gli psicoterapeuti della Cooperativa Sociale di Psicoterapia Medica di Roma